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Non va affatto bene

Questa affermazione, contrariamente all’auspicio più diffuso negli ultimi anni, è quella che meglio rappresenta la situazione attuale nelle nostre strutture sanitarie. Come presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Rimini ricevo quotidiane testimonianze dei colleghi che si dedicano all’assistenza dei concittadini che hanno contratto il Covid, la gran parte dei quali non è vaccinata.
Persone che con una frequenza sempre più preoccupante, attestata dai dati statistici, hanno la necessità di essere ricoverate per ricevere le cure necessarie. Cure che il nostro servizio sanitario pubblico, è bene ricordarlo, garantisce indistintamente a tutti i cittadini per sua natura e per intima convinzione dei professionisti che vi lavorano. Ciò che va reso pubblico è un fenomeno che ha la necessità impellente di essere arginato. Arroganza, supponenza, maleducazione e in rari casi violenza verbale e minacce si esprimono con una frequenza sempre maggiore a discapito dei sanitari. È inaccettabile che uno dei sistemi sanitari più apprezzati al mondo debba essere continuamente oggetto di contestazioni da parte di persone che vedono nella loro scelta la “ragione” in senso assoluto. Infermieri che, in assenza del clamore mediatico destinato troppo spesso alla sparuta minoranza di coloro che hanno scelto di osservare la pandemia da lontano, rinunciano ai giorni di riposo e di ferie per assistere chi non ha fiducia nella scienza, nelle cure, nei professionisti e nel servizio sanitario in generale. Persone che si sentono in diritto di replicare gli slogan delle piazze all’interno degli ospedali che sono in sofferenza, anche a causa delle loro scelte. Pazienti, o loro familiari, che pretendono venga somministrato loro il farmaco suggerito dall’antennista di fiducia o che rifiutano l’assistenza che non rispecchia quella indicata dal guru mediatico ripudiato dalla comunità scientifica.
Il carico psicologico, emotivo e fisico si sta facendo giorno dopo giorno insostenibile. La professione infermieristica, che è fatta di persone non di eroi, è stremata e ha necessità del sostegno e del rispetto della comunità.

Nicola Colamaria

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