Abbiamo preso in considerazione e riflettuto sui contenuti esplicitati dal recente articolo di nurse24, che ci ha direttamente interessato e in qualche modo sollecitato al riguardo di alcune manchevolezze, l’occasione ci è gradita, perché in questo modo ci viene offerta anche la possibilità di proporre, a chi segue questa pagina, una sorta di summa di quanto ha caratterizzato e caratterizza le attività di questo Direttivo.
Per quanto concerne la formazione ECM, risulta palese l’organizzazione pressoché mensile di un corso gratuito per i nostri iscritti, su temi che riguardano l’attualità della professione, non ultimo lo scorso giugno sul nuovo Codice Deontologico Infermieristico per il quale è stato chiamato a relazionare il giurista Luca Benci. Siamo stati presenti come OPI Rimini in diversi eventi svoltisi nel nostro ambito territoriale, ad ogni giornata internazionale dell’infermiere per esempio, oppure in occasione di manifestazioni a carattere nazionale quali Senior Italia e il Meeting (quest’ultima è stata oggetto di attenzione anche da parte di rappresentanti di Nurse24).
Queste ultime non vengono organizzate da noi ma dalla Federazione Nazionale, che però sul territorio necessitano ovviamente di una presenza fisica indispensabile per poter gestire uno stand in loco. In particolare non si tratta di una generica partecipazione al Meeting, ma all’interno del vasto programma, noi siamo presenti nel settore salute e solo ad esso afferiamo e in esso gestiamo la nostra rappresentanza. L’unica preoccupazione e la nostra molla propulsiva sono rappresentate dal poter proporre alla cittadinanza, l’immagine di una professione infermieristica moderna, capace, all’altezza dei tempi e di fornire risposte a quanto oggi i cittadini chiedono nel merito di complessità assistenziali sempre più necessariamente tagliate su misura. Il senso del nostro orientamento in queste partecipazioni è semplicemente un’etica di opportunità per la nostra professione, non può rappresentare di conseguenza una discriminante, l’appartenenza dell’organizzazione ad una confessione religiosa piuttosto che ad un’altra.
Questo lavoro viene fatto per tutti i colleghi che in qualche modo l’istituzione rappresenta, non lo facciamo per noi, il nostro auspicio è che l’impegno profuso ricada positivamente su tutti, nessuno escluso. Manteniamo attivo un canale social che non ha fatto altro che crescere negli ultimi anni, partito da zero, che raccoglie al momento una pressoché totale unanimità di consensi. Poi c’è tutta l’attività che viene svolta negli uffici, risposte ad interpellanze, consulenze anche legali, abbiamo consegnato una lettera di encomio ad una collega che si è particolarmente distinta per aver salvato una vita quando non era in servizio, là dove non riusciamo a sdoppiarci facciamo però giungere chiaramente e non tiepidamente il nostro pensiero (vedi Riminitoday 24/6/2019: Aggressione in pronto soccorso, gli infermieri: “Atto ingiustificabile e imperdonabile”).
Ci siamo occupati direttamente delle forme di demansionamento che sono state portate alla nostra attenzione, abbiamo fatto direttivi straordinari per garantire l’iscrizione a colleghi che dovevano iniziare a lavorare entro date particolarmente rigide. Unici in Italia come OPI abbiamo informato i nostri iscritti sulla situazione di stallo nella quale versa l’ENPAPI, con un post che ha superato le 23.000 visualizzazioni, che in un ambito decisamente piccolo come il nostro è da considerarsi argomento sul quale viene riversata una particolare attenzione.
Poi ci sono i rapporti con l’Università, seminari ai laureandi sulle prospettive di lavoro, gruppo di lavoro sull’integrazione fra prove per l’esame abilitante e deontologia, premio miglior tesi.
Se tutto questo significa essere “spenti”, cerchiamo di capire allora cosa significhi essere “illuminati” e attendiamo nel merito ogni contributo costruttivo possibile. Per quanto dobbiamo fare ammenda lo facciamo, ci sono stati ritardi ai quali doverosamente abbiamo posto rimedio e per i quali ringraziamo le segnalazioni ricevute; a tale proposito abbiamo sempre esternato questo pensiero: aiutateci nel segnalarci errori, mancanze, suggerimenti, perché essendo persone si può incorrere in errori, che evidentemente sono stati commessi in buona fede e che non avranno alcuna ricaduta negativa sui nostri iscritti, che beneficiano di una quota di iscrizione all’albo che è stata sempre ridotta negli ultimi sei anni.
Per i nostri errori chiediamo scusa, potrebbe essere facile concludere dicendo che è la Presidente a farsi carico di quanto accaduto, per il semplice fatto che rimane la carica responsabile dell’istituzione, ma noi concludiamo affermando che se ne fa carico il Direttivo nella sua totalità, perché tutti abbiamo condiviso con estrema trasparenza ogni decisione ed ogni scelta.